Valli di Lanzo: Val d'Ala

 

 

Mau

 

 

The One Rock Man Band

 

 

Bye bye Doc Valery

 

 

DUE DOZZINE DI ROSE SCARLATTE

 

Quand’è che ci si presenta con un così imponente mazzo di rose rosse? Quando vogliamo strafare e dimostrare il nostro amore, il nostro attaccamento, la nostra dedizione incondizionata a chi ci fa battere il cuore. Quando tutto il mondo lo deve sapere e quella cascata di petali profumati e conturbanti lo gridano ai quattro venti.

E qual è l’amore di Maurizio, in arte “Quello dei Dischi”, titolare e nocchiero della grotta magica Doc Valery in quel di Torino (via Fabrizi)? Ne abbiamo parlato già altrove, in altro Novantesimo Minuto (The Pusher): è sempre e solo lei, la Musica, l’inafferrabile e impalpabile e ineffabile musa che tanto riesce a farci sognare e scuoterci e entusiasmarci.

Maurizio abita in montagna, in Val di Lanzo, ed ogni giorno scende nella metropoli per innaffiare il suo giardino musicale, per praticare la sua personale ikebana disponendo con cura (con arte!) le sue gemme audio e video nella vetrina, per cercare in rete e nel mondo nuovi boccioli profumati da far crescere nell’attenzione e nell’interesse dei suoi amici e frequentatori. Ogni mattino accende un lumino sotto l’effigie del Boss, pone un fragrante bastoncino di incenso accanto al modellino della Stratocaster di Eric e brinda con un bicchierino di buon whisky alla salute di quei cinque (ma ora sono quattro) simpatici e diabolici mascalzoni che sogghignano dallo scaffale. La sera spegne, toglie, serra e se ne ritorna sui monti dondolando la testa e le robuste braccia che reggono il volante al ritmo del cd che ha scelto come compagnia per il ritorno e che dura esattamente quanto il viaggio.

Ogni tanto, regolarmente, sale su un aereo e vola a Londra, Parigi, Amsterdam o dovunque si esibiscano dal vivo i suoi beniamini. Torna con addosso una t-shirt dedicata all’evento, un pacco di album autografati, magari un nuovo tatuaggio e una nuova luce negli occhi.

Nel cuore dell’estate si prende la sua meritata vacanza, perché anche un sultano fornito del più sexy ed arrendevole harem ogni tanto sente il bisogno di andare a giocare a bocce con gli amici. Così chiude Doc Valery e per tre settimane non ci rimette piede. Si rifugia sotto le Alpi Graie… dove per tre settimane organizza e apre e gestisce una mostra-mercato musicale. Si giustifica dicendo che anche i suoi cd e dvd e libri e ammennicoli vari hanno diritto di cambiare aria ogni tanto.

Quest’estate sono stato suo ospite tre volte (da solo o con amici) con una chitarra (be’, non sempre la stessa, è ovvio) e un microscopico amplificatore per one-man-band, proponendo all’interno della sua mostra un repertorio improvvisato e a singhiozzo pescando dai miei spartiti blues e rock e pop e folk e country, alternando i Mamas & Papas al Sembello di Flashdance, gli Stones ai Fab Four, i Traffic ai Lovin Spoonful, Eric C. a Eric B., sorseggiando un succo di mirtillo mentre villeggianti e curiosi facevano capolino, ammiccavano, entravano, commentavano, chiedevano consigli per un acquisto o magari uscivano di corsa per tornare con un poderoso Fender Bass con relativo ampli per mettersi a jammare.

 

L’estate è finita e riprende il tran tran. Cioè, no: quest’anno non è come gli altri, c’è in vista una grossa novità. Doc Valery chiude, per riaprire un po’ più in là in un altro contesto e con un altro nome. Attenzione, però: un Cancro come lui (e come me) non può prescindere dal suo passato a cui attinge ricordi e emozioni e da cui trae identità e energia per proseguire il cammino e cambiare sentiero ma non orizzonte, strumenti ma non musica, nel segno dell’evoluzione ma nella continuità. Nascerà quindi L’Emporio di Pinin, un altro nome e un altro modo di rendere omaggio alle sue radici e al suo maestro di vita e di musica, suo padre.

Maurizio disdice contratti e prepara scatoloni da trasloco. Ogni tanto si ferma e guarda i vecchi muri, il bancone, lo stereo, gli espositori a libro appesi alla parete. Sospira. Avrebbe voluto festeggiare le nozze d’argento con la gloriosa ditta che porta quel nome così evocativo e familiare. Ma il destino ha voluto altrimenti e l’insegna verrà smontata un anno prima di tale ricorrenza, dopo ventiquattro anni. L’ultimo giorno Maurizio porterà nella sua grotta magica il segno tangibile del loro amore: due dozzine di rose scarlatte.

 

27/9/2013

 

 

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