Karnak: i 4 viaggiatori

 

 

Luxor: il tempio

 

 

Valle dei Re: un categorico Said

 

 

Edfu: bassorilievi

 

 

in crociera: un'inquietante presenza in cabina

 

 

Abu Simbel: il tempio di Ramses II

 

 

Aswan: in feluca sul Nilo

 

 

Aswan: spezie al suk

 

MA CHE CROCIERA D'EGITTO!

31/10 - 9/11/2009

 

La scusa ufficiale è l'inaugurazione della mostra internazionale "Luxor chiama Torino/Torino chiama Luxor" a cui partecipano una scelta manciata di pittori piemontesi (fra cui la nostra Moja) e tre docenti/artisti dell'Accademia delle belle Arti di Luxor. La scusa privata è staccare la spina da una serie di dolorose vicende famigliari che ci hanno pesantemente provato in questi mesi. Il risultato è una crociera sul Nilo di tutta la famiglia, con partenza ovviamente da Luxor, certosinamente organizzata via web dalla GG (Geologa Globetrotter).

Said (traducibile con Felice) è la sapiente guida a nostra esclusiva disposizione che - dopo aver notato che la figliola fa Mirit di secondo nome e lo porta tatuato in un regale cartiglio sulla caviglia, che Moja sa recitare a ritroso i nomi dei faraoni di ventisei dinastie, da Nechone a Menes, ed ogni tanto mormora trasognata poesie tipo "Canto le lodi di Hathor – inneggio alla dea sovrana…", che il sottoscritto è in grado di spiegargli perché la seconda piramide di Snefru, detta a "doppia pendenza" o "romboidale", ha tale forma - deduce che forse per questi quattro pellegrini "egitto" è qualcosa di più di una parola di sei lettere e non si accontenterebbero della solita lezioncina ad uso del turista americano tipo e quindi dà lietamente sfoggio di tutta la sua erudizione e ci propone e regala tante piccole chicche e angoli e dettagli e storie e particolari ignoti ai più.

Il viaggio si snoda quindi in una visita accurata di Luxor, i templi della riva orientale e le necropoli funerarie della riva occidentale. Poi inizia la crociera e risaliamo il grande padre Nilo fermandoci a Edfu, Kom Ombo, Aswan. La visita ad Abu Simbel inizia con la sveglia alle 2.30, trasferimento in minibus in colonna scortata dagli onnipresenti militari, tanto più attenti e numerosi quanto più ci si avvicina ad obbiettivi strategici, come la grande diga di Aswan, o il complesso di Deir el-Bahri, dove dodici anni fa il fanatismo degli integralisti islamici fece ben 62 vittime. Said ama ripeterci che l'Egitto è paese di tolleranza, dove convivono serenamente islamismo e cristianesimo e dove è normale vedere per strada a braccetto due ragazze, di cui una col capo avvolto dal velo, l'altra i capelli sciolti ed entrambe in jeans aderenti. Purtroppo devo ammettere la mia laica e occidentale insofferenza per i potenti richiami (registrati e amplificati) che i muezzin rivolgono ai fedeli per invitarli alla preghiera in orari per me alquanto discutibili, come le 4.00 del mattino.

Dando per scontato che in Egitto il turista è visto come un portafoglio ambulante e che ad ogni passo si è oggetto di pressanti inviti a comprare ogni tipo di merce e souvenir, quando non ti vengono messi direttamente in mano o buttati in grembo, situazione da cui però si esce mantenendo un ferreo controllo dei propri nervi, rimanendo impassibili, guardando avanti, o scuotendo il capo in un costante e deciso gesto di diniego, l'altra (unica) criticità, che mette a dura prova il nostro gruppo, è il complesso rituale delle mance, assolutamente doverose e codificate, a cui ogni egiziano accampa diritto sia che ti abbia scarrozzato per un'intera giornata o trasportato due pesanti valigie, sia che ti abbia aperto una porta o (nella Valle dei Re) ti abbia messo in mano un rettangolino di cartone che, nella sua ingegnosa e mercantile intenzione, corrisponderebbe all'affitto di un ventaglio per combattere la mancanza di aria in fondo ad una faraonica tomba. E' tutto un aprir borsellini e contare affannosamente le banconote o gli euri residui per essere all'altezza della situazione e non esporci a lamentele o acidi commenti dei nativi. Le mance di fine crociera (al personale amministrativo e di cucina, ai facchini, al cameriere al tavolo, agli artistici rassettatori delle camere, che ogni giorno creano, con i nostri asciugamani e i nostri cuscini, delle imprevedibili sculture animali) provocano un formale consiglio di famiglia per quantificare, soppesare, verificare, finanziare, accantonare.

Da Aswan al Cairo torniamo in treno, in tempo per l'inevitabile saluto alle piramidi e alla sfinge, prima del volo che ci riporta a casa. Il giudizio di Andrea sulla nostra (ex) compagnia di bandiera è severo, ma come biasimarlo visti i ripetuti ritardi, gli spostamenti di gate non preavvisati e le ripetute corse per non essere lasciati a terra? Siamo abbastanza convinti che non è così che la compagnia recupererà fiducia, traffico e clientela.

L'Egitto conserva l'antica memoria dell'umanità, e il suo incredibile patrimonio archeologico rappresenta, più che la glorificazione di antichi despoti, il vero monumento all'ingegno e alla capacità di creare bellezza dell'uomo.

 

 

 

 

il tempio di Kom Ombo visto dal battello

 

 

 

 

Giza: le piramidi, viste dal deserto

 

 

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