gli Out Of Range:

Donata Guerci, Elisa Bertero, 

Umberto Cariota

 

 

 

i Malartàn: 

Renato, Donata, Beppe e Salvo

 

 

 

i Catweasle 

 

 

 

An Tarbh Rua 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FATE E FOLLETTI IRLANDESI

 

Concerto Malartàn agli SPAZZI di Torino - 15/02/08

 

 

Ho conosciuto SPAZZI, la Locanda degli Arrivanti, invitato da una cara amica a fornire un po' della mia musica in occasione di una sua bella festa. Il locale - un po' associazione, un po' luogo di ristorazione, un po' zona franca e crocicchio di incontro votato alla curiosità e alla solidarietà - propone spettacoli di varia natura, sia teatrali e comici che raffinati concerti dal vivo, che rispondono a due principi di base: il rifiuto dell'ovvio e del mercantile e il rifiuto di decibel sonori troppo alti. Entrambe le condizioni ci convincono e così è nata la nostra frequentazione di quel luogo. A gennaio ci ha acchiappati proponendoci il quartetto di musica scozzese An Tarbh Rua, che vuol dire Toro Rosso, con lo sfarfallante violino e la tonante cornamusa di Jan De Meyer accompagnato da Guido Cereja (voce, chitarra), Francesca Funnone (violoncello) e la bionda Elisabetta Bosio (violino) che, se non andiamo errati, abbiamo già visto insieme ai nostri vecchi (si fa per dire) amici Lurikeen. Ma le coincidenze, come vedremo, agli SPAZZI sono di casa.

 

A febbraio l'invito ad ascoltare un po' di musica celtica si ripete e così, placati in loco i morsi della fame (e della sete: altrettanto terribili, se non di più) vediamo salire sul palco una sorridente e riccioluta fanciulla che parla, sì, un italiano fluente ma (ne siamo certi) arriva sicuramente dalle lontane e magiche brughiere d'Irlanda. La fatina ci spiega che una strega maligna ha lanciato neri incantesimi su due suoi compagni costringendoli ad un'assenza che impone impreviste modifiche al programma della serata, che però può contare su una folta schiera di amici folletti che l'accompagneranno e riempiranno i vuoti trasformando il previsto mono-concerto in una sorta di festival folk. Dopodiché attacca Mahiread Nan Cuiread ed io per poco non casco dalla sedia, folgorato. Amo quella canzone, che ho conosciuto nella più elaborata versione dei Tannas, e ogni tanto con Fulvio ci si riprometteva di includerla nel nostro repertorio, ma ci scoraggiava la complessità del canto che richiede il continuo intercalare di un coro. Lei (la fata ricciuta) no: esegue il pezzo tutto da sola, alternandosi senza sforzo nelle varie parti vocali, con un accompagnamento minimo che mette ancora più in risalto una voce che è velluto e miele e la canzone si eleva dolce e ritmata e intensa fino al cielo.

 

Naturalmente tutto mi sarebbe stato più chiaro se avessi saputo che la fatina era Donata Guerci, figlia d'arte con seri studi lirici alle spalle, collaborazioni prestigiose (voglio citare solo Alberto Radius, i Birkin Tree, gli amici di Cantovivo), un'attività di insegnamento (canto, vocalità, educazione musicale, percussioni), una girandola di partecipazioni e gruppi incentrati sul folk anglosassone e la canzone d'autore, per approdare infine ai Malartàn (nome gaelico di un folletto irlandese) , il gruppo titolare della serata che comprende Beppe Rigotto (chitarra e voce), Salvo Merlo (basso e voce) e Renato Morabito ai flauti irlandesi, ma di cui stasera è presente il solo Renato, che in effetti ha aperto il concerto esibendosi con i Catweasle, dove militano la sonora cornamusa scozzese di Ian Stimpson e la soffice dodici corde di Savino Cardacino.

 

La serata ci riserva altre sorprese. Donata ci propone il suo secondo gruppo, gli Out Of Range, con Umberto Cariota al basso e voce e una giovanissima, sorprendente, duttile e swingante Elisa Bertero alla chitarra [... un vecchio chitarrista come me, nato in bilico fra la suddivisione fra chitarra ritmica (John) e chitarra solista (George), si stupisce ogni volta che sente/vede un chitarrista completo, in grado di spremere di tutto dal suo strumento alternando accordi e riff e note singole e bassi] in un repertorio cantautorale stelle-e-strisce con venature blues, messo in risalto dagli arrangiamenti a tre voci.

Non è finita. Nell'intervallo arriveranno i Cordaria, Gaetano Di Caprio e Daniele Camera alle chitarre con Umberto Cariota al basso, un pizzico di saudade brasiliana, bosse e odori di jazz. E, ospite prezioso e inimitabile, ecco Dino Pellissero unirsi ai vari gruppi sul palco e soffiare nel suo flauto magico i suoi trillanti assoli. Con Dino abbiamo jammato in diverse occasioni (l'ultima dieci anni fa al Robin Hood) e il mio libro-cronaca di quegli anni, Il Blues & il Graal, è dedicato anche a lui, insieme ad altri trenta compagni di strada.

 

Bene. Sabato 1° marzo presento insieme a quattro altri scrittori la mia ultima opera nella sala conferenze dell'ecomuseo "Sogno di luce" ad Alpignano. Le interviste agli autori, le letture dei brani, dovevano essere intervallate da qualche pezzo musicale, ma sembra che i musicisti contattati non siano più disponibili. Così Moja mi suggerisce: "Perchè non chiedi a Donata se può venire lei, magari in duo?"

Detto fatto, mi accosto, mi complimento con lei per la sua bravura, acquisto l'ultimo cd dei Malartàn e le chiedo se per quella data è libera. "Mi spiace! - sorride - Il 1° marzo ho un impegno. Ho promesso ad un mio amico che suonavo alla presentazione di un suo libro ad Alpignano..." L'amico è Alessandro Del Gaudio e il mondo è davvero piccolissimo.

Ok, ci vediamo il 1° marzo. Se non ce la fate, trovate comunque il modo di ascoltare Donata Guerci, in qualunque formazione si presenti. E' un consiglio da amico.

 

 

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