Franco & C.

 

 

 

Andrea Strato...sferico

 

 

 

Turbo-Miki in azione

 

 

 

Dario e la Paletta Mascherata

 

 

 

 

 

 

 

SERENATA PER UN AMICO

 

Concerto BlueStyle a "Le Volte" - 14/09/07

"... Ma non è il solo musicista presente. Infatti fra gli amici di Adriano figura un flautista quarantenne e segaligno che risponde al nome di Vincenzo e porta in giro il verbo dei grandi Jethro Tull di Ian Anderson. Detto fatto, lo invitiamo sul palco per jammare un paio di pezzi. Che sballo, ragazzi! Finora i BlueStyle avevano navigato, per lunghi viaggi o brevi tappe, con sassofonisti e trombonisti, pianisti e organisti, armonicisti di ogni peso, colore e spessore, chitarristi talmente numerosi da formare una squadra di calcio, ma era la prima volta che alternavamo i nostri assoli ai singulti e ai trilli di un eccellente flautista." (da Il Blues & Il Graal - pag. 204)

Era il 24 gennaio 2003, al "Toro Loco" di Almese. Un anno dopo Andrea, già chitarrista nel gruppo di Vincenzo, gli Under the Tull, diventerà la prima chitarra dei BlueStyle e nell'aprile 2007 (lo avete letto qualche novantesimo più sotto...) anche Miki, tastierista e co-fondatore degli UdT, si unirà a noi. Purtroppo però, tre anni fa, tre anni fa esatti, Vincenzo ci lascia e porta il suo flauto e la sua musica altrove, molto altrove.

 

Il concerto dei BlueStyle a Le Volte, suggestiva osteria-vineria in quel di Campiglione Fenile che il titolare Enrico trasforma in un palco da jazz ogni venerdì sera, diventa così l'occasione per ricordare Vincenzo davanti a un pubblico di commossi amici nell'anniversario della sua morte. E quale modo migliore di sentirlo ancora fra noi che proponendo uno dei pezzi da lui più amati ed eseguiti? La scelta cade sulla classica Serenade to a Cuckoo, di Roland Kirk ma approdata alla notorietà quale ultima traccia della prima facciata del primo LP (Long Playing, i padelloni in nero vinile) dei Jethro, appunto, nel 1968, anno carismatico quanto mai. E' la prima volta che i BlueStyle mettono ufficialmente in scaletta uno strumentale; anzi, per l'occasione strafanno, preparando anche l'hit di Herbie Hancock Cantaloupe Island.

E' inutile dire che io sono favorevolissimo a cimentarmi con questi pezzi e ancora di più in un concerto che vede l'ugola di acciaio del Tarantino assente per la seconda volta consecutiva, lasciando alle mie strapazzate corde vocali l'intero onere della serata. I titoli sopra menzionati rappresentano per me, oltre che un piacevole stacco nel repertorio consueto, una rassicurante assicurazione, un'oasi di respiro a cui approdare all'occorrenza per riposare la voce.

 

Marcello assente, dicevamo, e quindi Davide quale ottimo sostituto al basso, già alla seconda trasferta con noi. Nel brano di Hancock abbiamo anche inserito un trascinante assolo del suo basso Fender... cioè, noi intimi sappiamo che la marca è quella, ma la cosa non è facilmente riscontrabile poiché il Nostro ha volutamente coperto il logo sulla paletta con dello scotch opaco. Alle nostre perplesse domande ha risposto serenamente ma fermamente che era stufo di fare pubblicità gratuita al costruttore, che non vedeva proprio perché dovesse essere così scontato che l'acquirente, colui che tira fuori i soldi e diventa signore e padrone dell'oggetto, dovesse prestarsi suo malgrado a questa forzata servitù, che l'esibizione della marca (nell'abbigliamento ormai al limite del ridicolo, con le etichette esibite sopra i capi, anziché nascoste all'interno), questa schiavitù consumistica in cui si capovolgono i ruoli di potere, era da rifiutare e combattere.

Confesso che ascoltare tali principi e vederli messi così coerentemente in pratica mi ha procurato un brivido di gioia. Io stesso mi affretto a rimuovere da ogni auto nuova, appena uscito dal concessionario, ogni adesivo inneggiante al venditore, sfacciatamente incollato sui vetri ad oscurarmi la visuale e glorificare il Dio Mercato. Ma io sono solo un vecchio Bastian Contrario, un anticonformista della domenica, sceso già a mille compromessi con il Padrone del Vapore; il fatto di scoprire il rigore del mio giovane compagno in musica così pacatamente ma tenacemente perseguito, mi fa ben sperare per il futuro della nostra specie.

 

Buon concerto, scivolato via con energia, intensità, calore, partecipazione, per il divertimento nostro e del pubblico.

E, speriamo, anche di Vincenzo.

 

I BlueStyle a "Le Volte": Andrea, Dario, Davide, Miki, Franco

 

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