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Oggi parliamo di...

I BlueStyle - Il Cantautore - I Recitals - Chitarre - Parliamo di...

 

 

Tracklist:

 

CD 1

 1. King of the Mountain

 2. Pi

 3. Bertie

 4. Mrs. Bartolozzi

 5. How to be Invisible

 6. Joanni

 7. Coral Room

 

CD 2

 1. Prelude

 2. Prologue

 3. Architect's Dream

 4. Painter's Link

 5. Sunset

 6. Aerial Tal

 7. Somewhere in Between

 8. Nocturn

 9. Aerial

 

 

KATE BUSH - Aerial

(EMI, 2005)

 

Kate Bush non lascia indifferenti. O la si trova eccezionale, o la si trova irritante.

Detto questo, chiariamo subito che io l’amo. Amo la costruzione certosina delle sue musiche, montate e smontate in solitudine nel suo studio personale; amo l’utilizzo di stili e suoni diversi, dalle rigide batterie e tastiere elettroniche, ai più vari strumenti acustici e etnici; amo lo spericolato utilizzo della voce, che si estende per più di quattro ottave e con cui sussurra, grida, ringhia, implora; amo la ricerca sperimentale che la porta a superare i generi e spingere la forma canzone oltre i suoi limiti creando melodie senza tempo; amo i testi, a volte misteriosi e criptici, ma sempre suggestivi; amo il suo eclettismo, che la porta ad essere autrice, cantante, musicista, paroliere, produttore, regista, mimo, ballerina, coreografa, costumista ed altro ancora; amo infine la persona, profonda e semplice, riservata e geniale, serena e appassionata.

 

La Signora del Kent è tornata. Aerial arriva dopo una pausa di dodici anni dall’ultimo album, Red Shoes, il settimo. Kate non è mai stata troppo prolifica; inoltre, nel ’98 è diventata mamma di Bertie (presenza importante in Aerial con la sua voce, i suoi disegni, le foto, le dediche di mamma Kate) e ciò ha ulteriormente rallentato i suoi ritmi di perfezionista. E’ sempre difficile proporre e giustificare un album doppio, specialmente ora che i cd permettono durate maggiori che ai tempi del vinile, ma poiché il risultato finale superava gli 80 minuti, Kate ha deciso di proporre due volumi distinti su temi diversi.

Il primo si apre con la orecchiabile melodia tribale di King of the Mountain in qualche modo dedicata all’Elvis che la leggenda vuole ancora vivo. Con Pi, cioè π, Kate riesce a mettere in musica e cantare il pigreco, numero mistico e inesplicabile quant’altri mai. Provateci un po’ voi! Bertie è una delicata danza d’ispirazione celtica dedicata al suo bimbo. Mrs. Bartolozzi è il ritorno alle origini musicali di Kate: la sua voce, il pianoforte e una piccola, toccante storia da raccontare. L’ipnotica How to be Invisible è tutta giocata su due chitarre che rintoccano un unico arpeggio. Joanni è un dolce e melanconico tributo ad una guerriera (Giovanna d’Arco, ovviamente) “così bella nella sua armatura – che rivolge un bacio a Dio – ma non vedrà mai un anello infilato al suo dito”. La prima parte si chiude con A Coral Room, diafana melodia al pianoforte in cui si sente forte la presenza di mamma Hannah, la indimenticata “piccola stella guida” di Kate.

 

Non a caso la seconda parte inizia con la vocina di Bertie (ribaltamento di Kate da figlia devota a madre affettuosa) che annuncia il tema: un’intera giornata, dall’alba alla notte all’aurora successiva, scandita da cinguettii e canti di uccelli…”come qualcosa di magico – come la luce in Italia – che perde la sua strada attraverso il mare” con Kate che si avventura in una strofa in italiano: “Roma, Roma mia - tesoro mio, bella - piena di sole, luce - bali cozi bene, bene – pianissimo – pianissimo”. An Architect’s Dream può essere interpretata letteralmente, ma più probabilmente il piccolo pittore che disegna sul pavimento – con la luce che cambia in continuazione – è ancora una volta Bertie. Sunset è delicata e morbida, ma a 3’55’’ si trasforma: un ritmo un po’ gitano e un po’ caraibico, chitarre e battiti di mani, con un coro maschio che finisce i versi di Kate: “canta un’estate/e un tramonto – e canta per noi/affinchè possiamo ricordare – il giorno scrive le parole/attraverso il cielo – e salgono/fino al culmine della notte”. Somewhere in between, cullante melodia “da qualche parte fra la canzone e il silenzio – in un sogno fra il sonno e il risveglio”. Nocturn è forse il pezzo più evocativo: è notte, stiamo sognando, liberi da tutto, in un mare di miele, un cielo di miele… finché arriva, il giorno, la luce, tutto cambia e – in un crescendo di voci e strumenti – i sognatori si svegliano. Aerial è la nuova alba, lo spiegarsi di un nuovo giorno che arriva impetuoso con tamburi e chitarre e porta vecchi ricordi e nuove sensazioni: gli uccelli ridono e Kate ride a tempo con loro.

 

Un album di Kate Bush non lo si cattura mai alla prima presa. Ci vuole tempo. Ma la ricompensa è impagabile: l’emozione.